Nicola Parravano, scienziato e chimico di chiara fama, accademico d'Italia, nacque a Fontana Liri il 21 luglio 1883 da una delle famiglie più in vista del paese. L'ambiente familiare alimentò la sua passione innata per la Chimica: il nonno paterno e il padre (sindaci del Comune per un periodo di oltre quarant'anni) erano entrambi farmacisti e farmacista era pure il fratello Luigi, podestà dal 1926 al 1939. Nicola frequentò le scuole elementari a Fontana Liri capoluogo, Il liceo classico ad Arpino e l'Università a Roma. Ventunenne si laureò in Chimica a pieni voti e, ottenuta una borsa di studio, si trasferì a Berlino dove approfondì la sua preparazione e condusse ricerche particolarmente accurate nel campo della siderurgia, dei cementi e degli esplosivi. A trent'anni Nicola Parravano ottenne la cattedra di Chimica e Tecnologia presso l'Università di Padova e, nel 1915, quella di Chimica-Fisica (la prima istituita in Italia) presso la Facoltà di Scienze dell'Università di Firenze. Durante la prima guerra mondiale ricopri importanti incarichi nel campo degli esplosivi e fu membro della Commissione Suprema di Collaudo e Controllo degli stessi. Nel 1917 la Reale Accademia dei Lincei gli conferì il Premio Reale per la Chimica.
Nel 1919 Parravano venne nominato professore ordinario di Chimica generale e inorganica all'Università di Roma e nel 1923 assunse la Direzione della Facoltà di Scienze fisiche, matematiche e naturali nello stesso ateneo. Sostenitore del principio che l'industria, per potersi sviluppare e adeguare al tempi, doveva poggiare su basi scientifiche e tecniche e che era necessaria la collaborazione tra Scienza e Industria, Nicola Parravano progettò, organizzò e diresse l'Istituto Scientifico di ricerche nel campo siderurgico che Ernesto Breda, fondatore di una Società industriale tra le maggiori d'Italia, aveva in quegli anni creato a Sesto San Giovanni. Fu in seguito tra i maggiori e più qualificati organizzatori dell'Istituto Nazionale di Chimica, e quindi del Consiglio Nazionale delle Ricerche, e collaborò con Guglielmo Marconi che gli dimostrò sempre stima e considerazione. Fu più volte membro del Consiglio Superiore dell'Istruzione e del Consiglio Superiore della Sanità. Per questi meriti lo studioso, apprezzato in Italia e all'estero, ebbe numerosissimi riconoscimenti e ricoprì cariche di grande prestigio. Il riconoscimento al quale teneva di più, perché il più prestigioso, gli venne con la nomina a membro e poi amministratore dell'Accademia d'Italia. Nicola Parravano è autore di oltre centocinquanta monografie scientifiche. Per Fontana Liri egli dimostrò sempre piena disponibilità. Si deve anche al suo costante interessamento e ai suoi interventi, richiestigli dal fratello Luigi, allora podestà, se Il centro abitato di Fontana Liri Inferiore poté in breve svilupparsi al punto da divenire capoluogo, soppiantando l'antico centro storico. Nicola Parravano mori a Fiuggi il 9 agosto 1938, a 55 anni, e riposa al Verano; il suo nome figura accanto a quelli dei genitori Giuseppe e Alessandra Nardone, sulla tomba di famiglia posta al centro del cimitero di Fontana Liri Superiore. Presso l'Università degli Studi di Roma, al Dipartimento di Chimica, gli è stata intitolata la "Sala Parravano", a testimonianza che la memoria è sopravvissuta alla sua morte. Per la cultura, la complessa e straordinaria attività scientifica, i cospicui risultati ottenuti e le sue doti eccezionali, Nicola Parravano è considerato una delle figure più rappresentative della moderna chimica, disciplina che, a suo dire, "si alimenta anche delle conquiste e dei metodi di tutte le altre scienze e, con signorile generosità, le alimenta a sua volta". Francesco Giordani, commemorandolo il 2 aprile 1939 all'Accademia d'Italia, disse: «Egli fu un costruttore nel più ampio significato della parola: padre esemplare per la tenerezza che nutrì per i suoi quattro figli (Mariateresa, Giuseppe, Bianca e Franca) e per la moglie Gemma Vittoria; Maestro ineguagliato per la forza di propulsione che seppe imprimere agli studi chimici; amico insuperabile per generosità di giudizio e per luminosità di sorriso... Parco di lodi, prodigo di incoraggiamenti, ansioso di attrarre i migliori nel campo della ricerca scientifica, preoccupato di assicurare a tutti i mezzi necessari per il lavoro e per il perfezionamento, lottatore incapace di accomodamenti o transizioni, leale nel suo comportamento, ha operato per trent'anni nel campo della chimica durante il periodo più decisivo per lo sviluppo delle nostre attività scientifiche e industriali, aprendo le porte al soffio vivificante dei nuovi metodi di indagine e creando per primo un'atmosfera di efficace collaborazione tra scienza e industria, lasciando un'orma che il tempo non potrà cancellare.