Cesare Pascarella

Il poeta e scrittore Cesare Pascarella era oriundo di Fontana Liri dove avevano abitato i genitori Pasquale e Teresa Bosisio.

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Cesare Pascarella

"Romano de Roma" a pieno titolo, essendovi nato il 28 aprile 1858, "ma de passaggio", come egli stesso era solito ripetere, il poeta e scrittore Cesare Pascarella era in effetti oriundo di Fontana Liri dove avevano abitato i genitori Pasquale e Teresa Bosisio. Scrive Anton Giulio Bragaglia, nella Prefazione a " I Ciociari" di Villy Pocino, p. 10, che "Cesare Pascarella, figlio di due ciociari di Fontana Liri, diventerà poeta romano come Giovenale". Nelle sue prose intitolate In Ciociaria, Pascarella racconta che mentre era a Fontana Liri, in contrada Santo Spirito, a un ragazzo che l'accompagnava verso Santopadre e che gli chiese: "Lei, signoria, scusate, siete milordo frangese, è vero?" egli rispose ridendo: Io? Ma tu sei matto, lo sono di qua". C'è pure chi asserisce che Pascarella nacque a Fontana Liri. Achille Lauri scrive testualmente: Pascarella Cesare, di Fontana Liri. Arturo D'Innocenzo, sindaco del Comune di Fontana Liri dopo il passaggio degli Alleati e che oltretutto doveva essere amico del Pascarella se lo chiama familiarmente Cesarino, lo fa nascere a Fontana Liri, anche se, a suo dire, fu registrato in Campidoglio con la complicità di due testimoni. La tesi non convince, perché il padre di Cesare, oriundo di Fontana Liri, da vari anni si era trasferito a Roma dove gestiva una rivendita dì sali e tabacchi, all'angolo di Via dei Portoghesi con Via della Scrofa, non distante dalla propria abitazione. Per la sua irrequietezza Cesare fu messo in seminario a Frascati da dove scappò appena dodicenne. A diciotto anni, abbandonati gli studi, si dedicò alla pittura e al disegno: entrò a far parte dell'Associazione artistica Venticinque pittori della Campagna romana e condusse, da vero bohémien, una vita stravagante. Oltre che pittore (aveva fra l'altro conseguito anche il diploma presso l'Accademia delle Belle Arti), pittore di poco conto, però, "pittore di asini", come egli stesso usava ripetere, Pascarella fu letterato e si fece apprezzare come prosatore, giornalista e conferenziere. Cultore della poesia dialettale, è considerato il maggior poeta romanesco del tempo. Le sue prose, le poesie e alcuni disegni, pubblicati a puntate sul Capitan Fracassa, sulla Nuova Antologia, sul Fanfulla e sul Fanfulla della domenica nel decennio 1880-1890, gli procurarono improvvisa e notevole fama. Le prose dal titolo In 0ociaria, pubblicate in quattro puntate sul Capitan Fracassa nel 1882 e come opera a sé nel 1914 a Napoli, narrano di alcuni suoi viaggi in terra ciociara e sono quelle che più da vicino ci riguardano, poiché Fontana Liri è il primo paese che il poeta raggiunge con 'Il legno" di Ciccantonio, vetturino quantomai spassoso e singolare, che dalla stazione dì Ceprano lo accompagna al nostro paese. Nel racconto Pascarella accenna minuziosamente alla "Zulufràga", alla "Fossa agliu mont", al viaggio effettuato a dorso d'asino attraverso le nostre contrade per recarsi a Monte S. Giovanni Campano in occasione della festa della Madonna del Suffragio, all'altro viaggio a piedi da Fontana Liri a Santopadre, passando per la contrada Santo Spirito. Pascarella ha dentro di sé sangue ciociaro, anche se la Ciociaria lo lascia per lo più indifferente: non si entusiasma, né sì commuove di fronte alla genuinità e alla semplicità dei costumi, delle usanze, degli atteggiamenti e dei sentimenti della nostra gente e mette in risalto, con fine umorismo, i discorsi vuoti, l'ignoranza, la superstizione e le battute ingenue e sempre sgrammaticate del contadino di qui, nei cui confronti assume un'aria distaccata e di manifesta sufficienza. Ciò nonostante Fontana Liri è fiera di questo poeta che, figlio di un fontanese, ebbe rapporti culturali e di amicizia con i maggiori artisti e letterati del suo tempo. Godette pure, in particolare, dell'amicizia di Giosuè Carducci, che affermò: "Non mai poesia di dialetto italiano era salita a quest'altezza". Giuseppe Verdi volle che quelle poesie gli fossero lette dallo stesso poeta e, alla fine della lettura, lo abbracciò commosso. Pascarella fu amico anche di Gabriele D'Annunzio e di Edoardo Scarfoglio, coi quali fece un viaggio in Sardegna, ed ebbe rapporti con Luigi Pirandello, Marino Moretti, Leo Longanesi, Emilio Cecchi e tantissimi altri artisti e scrittori. Appartenente a numerose Accademie, nel 1930 fu nominato membro della Reale Accademia d'Italia. Dopo una vita quasi completamente trascorsa nella spensieratezza e in allegra compagnia di artisti e amici, e dopo un lungo girovagare per il mondo, Cesare Pascarella si ritirò nella più completa solitudine e si spense l'8 maggio 1940, a ottantadue anni. I manoscritti, i disegni e i documenti che lo riguardano sono custoditi nella biblioteca dell'Accademia Nazionale dei Lincei.

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